Quante volte hai sentito dire che “gli ETF sono il modo migliore e più semplice per investire”? Ma… sei davvero sicuro di sapere quali aspetti valutare prima di premere il fatidico tasto “acquista”?
Per questo motivo, in questo articolo ti voglio presentare una vera e propria CHECKLIST che ti guida passo dopo passo in tutto ciò che bisogna assolutamente controllare prima di acquistare un ETF!
1. Analisi dell’obiettivo: cosa vuoi ottenere dal tuo investimento?
Prima di lanciarti sugli ETF (Exchange traded fund), è fondamentale avere chiaro qual è il tuo obiettivo, il livello di rischio che puoi, vuoi e devi assumerti, e il tuo orizzonte temporale.
Se, per esempio, sei giovane e vuoi far crescere il tuo patrimonio nel tempo, magari in ottica pensionistica, potresti orientarti su ETF azionari, come quelli che replicano l’indice S&P 500, che investe negli Stati Uniti. O con ancora più diversificazione e quindi considerando anche i mercati emergenti, con indici come l’MSCI World. Sempre con un'ottica di lungo termine e attuando una gestione passiva.
Se invece il tuo obiettivo principale è la stabilità e la protezione del capitale, magari perché ti avvicini alla pensione o non tolleri grosse oscillazioni, potresti optare per ETF obbligazionari di Stati solidi (come i titoli di Stato europei o americani a breve scadenza), che di solito sono menorischiosi degli azionari.
Una volta chiariti questi punti, dovrai lavorare alla cosiddetta asset allocation, ossia pensare al tuo portafoglio e trovare il giusto mix di strumenti, azioni, obbligazioni, materie prime e così via, che ti permetta di raggiungere i tuoi obiettivi.
Solo dopo aver dedicato la giusta attenzione a questi aspetti, puoi procedere con la scelta degli ETF più adatti.
Supponiamo quindi che, avendo valutato tutto ciò, tu abbia deciso che il tuo portafoglio dovrà essere composto sia da azioni globali sia da obbligazioni di titoli di Stato europei.
A questo punto, puoi iniziare ad analizzare le varie caratteristiche degli ETF disponibili per trovare quello più adatto a te.
Alcuni fattori sono oggettivi, penso ai costi (TER), che tutti preferiremmo sempre più bassi possibile, altri invece sono più soggettivi, legati alle tue preferenze. Ora li vediamo tutti nel dettaglio.
2. Cosa replica davvero l’ETF?
Davanti a un ETF, la prima cosa da analizzare è l’indice di riferimento: in cosa investe concretamente questo ETF e con quali modalità.
Non fermarti mai solo al nome: vai sempre oltre e scopri cosa c’è dietro.
Su justETF puoi trovare queste informazioni nella sezione “Descrizione” dedicata all’indice replicato, dentro la scheda di qualsiasi ETF.
Ad esempio, per un ETF che replica l’indice FTSE All-World, questo includerà azioni di Paesi sviluppati ed emergenti di tutto il mondo.
Se già conosci l’indice che ti interessa, puoi usare i filtri per selezionare solo gli ETF che replicano proprio quell’indice. Una volta capito quale indice replica, S&P 500, FTSE Mib o qualsiasi altro, bisogna capire come lo replica, cioè se la replica è fisica o sintetica.
3. Metodo di replica: fisica o sintetica?
Partiamo dalla replica fisica: in questo caso, l’ETF acquista i titoli che compongono l’indice riproducendone fedelmente la composizione.
Questo metodo assicura un’elevata aderenza all’indice, anche se può comportare costi di gestione più alti, specie per ETF che contengono molti titoli (soprattutto se poco liquidi).
Per contenere i costi, all’interno della replica fisica si può optare per la replica a campionamento: il gestore compra solo un sottoinsieme rappresentativo dei titoli dell’indice.
In questo modo si mantengono i costi bassi senza discostarsi troppo dall’andamento dell’indice. È una strategia utile soprattutto sugli indici molto grandi o difficili da replicare integralmente.
La replica sintetica, invece, è meno immediata: il gestore dell’ETF non acquista direttamente i titoli dell’indice, ma utilizza derivati finanziari, come gli swap, per ottenere la performance di riferimento.
L’investitore riceve così il rendimento dell’indice, ma tramite un contratto stipulato con una contropartefinanziaria.
Replica degli ETF - Le diverse tipologie
Fonte: justETF
Con la replica sintetica entra in gioco il rischio di controparte: se la banca o l’istituzione che ha firmato il contratto con l’ETF dovesse fallire, ci sarebbe un rischio per l’investitore. Questo rischio è comunque contenuto da meccanismi di protezione e regolamentazione, ma va tenuto in considerazione.
Per completezza, ti segnalo anche la replica ibrida: oggi è ancora poco diffusa, ma sempre più ETF potrebbero adottarla in futuro. Unisce i dueapprocci, fisico e sintetico, adottando l’uno o l’altro a seconda dei vantaggi che offre nelle diverse situazioni.
Anche su justETF puoi visualizzare subito il metodo di replica entrando nella scheda dell’ETF.
4. Politica di distribuzione: accumulo o distribuzione dei dividendi?
Altro punto da controllare e scegliere su quale etf andare riguarda la politica di distribuzione: accumulo o distribuzione dei dividendi, ovvero una quota degli utili che le aziende decidono di distribuire agli azionisti?
Negli ETF a distribuzione, i dividendi o le cedole, nel caso di ETF obbligazionari, vengono versati direttamente sul conto degli investitori con una frequenza che è variabile.
Questo garantisce all’investitore una liquiditàcostante, utile per coprire ad esempio spese correnti o per essere reinvestita in altri strumenti.
Tuttavia, ogni distribuzione è soggetta a tassazione: il 26 % sui dividendi azionari e il 12,5 % sulle cedole di obbligazioni governative.
Negli ETF ad accumulazione, invece, i dividendi non vengono distribuiti, ma reinvestiti automaticamente nel fondo. Questo permette di posticipare la tassazione e di sfruttare il pieno effetto della capitalizzazione composta, rendendo l’accumulazione fiscalmente più efficiente nel lungo periodo.
ETF ad accumulo o distribuzione
Fonte: justETF
Dopo aver filtrato gli ETF in base a queste caratteristiche, ti ritroverai probabilmente con una lista ristretta, e qui puoi iniziare a confrontare altri fattori essenziali.
Partiamo quindi dai costi. Questi, ovviamente, dovrebbero essere il più basso possibile.
5. TER e costi reali: quanto ti costa davvero?
Il TER, ovvero il Total Expense Ratio, rappresenta i costi di gestione di un ETF espressi in percentuale annua.
Attenzione però: il TER non comprende i costi di intermediazione per l’acquisto/vendita o quelli di eventuali PAC, che dipendono invece dal broker.
Il TER è composto principalmente dalle spese di gestione (circa l’80 %), necessarie per replicare l’indice.
Il TER, inoltre, non lo devo pagareseparatamente. Viene detratto automaticamente dalla performance dell’ETF e non compare come voce separata.
Il rendimento che visualizzi già è al netto di questi costi. Inoltre, il TER può variare nel tempo, anche se la tendenza è a diminuirlo a favore degli investitori.
Tieni presente che il TER non comprende tutti i costi di un ETF: esistono altri elementi, come le commissioni per gli swap (per gli ETF sintetici), i costi di transazione e quelli esterni legati al broker o agli spread.
Il costo totale interno di un ETF è rappresentato dalla cosiddetta tracking difference, cioè la differenza tra il rendimento dell’indice e quello effettivamente ottenuto dall’ETF: più questa differenza è ampia, maggiore è il costo che stai sostenendo.
In generale, comunque, il TER può variare da valori prossimi allo 0 % (per ETF molto grandi e popolari) fino allo 0,50 % per quelli più di nicchia. In linea generale ricorda: più basso è il TER, meglio è.
Tutti i costi degli ETF
Fonte: justETF
Prossimo step da fare è quello di controllare qual è la dimensione e liquidità: ovvero, quanto è grande e liquido l’ETF?
6. Dimensione e liquidità: quanto è grande e liquido l’ETF?
La dimensione è un parametro importante perché può influenzare diversi aspetti dell’ETF, tra cui la liquidità, i costi di gestione e la stabilità del fondo stesso.
Un ETF con una grandedimensione tende infatti ad avere una maggiore liquidità, anche se questa dipende fortemente dal sottostante dell’ETF, ovvero da quello in cui investe.
Una dimensionemaggiore, si traduce comunque in spread più contenuti e una maggiore facilità di negoziazione.
Inoltre, un fondo di dimensioni più ampie può beneficiare di economie di scala, riducendo i costi di gestione che vengono distribuiti su un capitale più elevato.
D’altra parte, un ETF troppo piccolo potrebbe essere soggetto a rischi di chiusura se non attira un volume sufficiente di investitori, con conseguente liquidazione del fondo e potenziale impatto sugli investitori.
Di pari passo con la dimensione dell’ETF va valutatal’età. Vanno valutati insieme perché è ovvio che gli ETF che sono appena nati hanno una dimensione piccola, quindi questi due parametri devono essere messi in rapporto.
Arriviamo ora a trattare l’ultimo punto da analizzare, ovvero la valuta.
7. Valuta dell’ETF e copertura valutaria
Acquistare un ETF che investe in titoli non europei ti espone al rischio di cambio: il rendimento dipenderà sia dalla performance dell’indice, sia dalle oscillazioni tra le valute.
Facciamo un esempio: immaginiamo di investire 10.000 euro in un ETF in dollari che replica l’S&P 500. Se l’indice cresce del 10 %, l’ETF in dollari aumenterà di valore.
Tuttavia, se nel frattempo il dollaro si indebolisce rispetto all’euro, il tuo guadagno, una volta convertito, potrebbe ridursi o annullarsi. Se invece il dollaro si rafforza, il rendimento in euro sarà ancora più alto del 10 %.
Se vuoi evitare il rischio di cambio, puoi scegliere ETF “hedged” (coperti): questi strumenti, tramite derivati, neutralizzano l’effetto delle oscillazioni valutarie, garantendo un risultato più fedele rispetto alla performance dell’indice.
Attenzione però, nulla è grati è questa copertura comporta un costo aggiuntivo, che è fuori dal TER, perché richiede operazioni finanziarie aggiuntive. Valuta quindi attentamente se davvero ti serve la copertura valutaria.
Questa è la checklist che ti consiglio di seguire per valutare ogni ETF prima della scelta finale.
Concediti il tempo necessario per esaminare ogni dettaglio, anche se può sembrare noioso all’inizio: ti permetterà di investire in modo più consapevole.
E ricorda: non esiste un ETF “migliore” in assoluto, ma solo quello più adatto a te e ai tuoi obiettivi.
Su justETF puoi trovare e filtrare queste caratteristiche, così da selezionare gli ETF che meglio rispondono alle tue necessità e preferenze.
Buona ricerca!