Confronto tra i PAC con gli ETF
Trova la migliore offerta dei PAC con gli ETF per il tuo obiettivo di risparmio
Tasso di investimento mensile:

ETF obbligazionari o conto deposito?

justETF Logo

Come rendere i portafogli ETF meno sensibili alle fluttuazioni del mercato? Cosa ha più senso? Le opzioni per te.

ETF obbligazionari o conto deposito?
 
  • Livello: Avanzato
  • Durata dell'articolo: 15 minuti
Cosa ci si può aspettare da questo articolo
In diversi articoli sul nostro sito, avrai sicuramente letto che nella maggior parte dei casi, per investire intelligentemente, è sufficiente avere in portafoglio un ETF azionario che sia ben diversificato a livello mondiale.
Questa è assolutamente una strategia molto valida, soprattutto se hai dalla tua parte un orizzonte temporale superiore ai 15 anni.
Tuttavia, si sa, le azioni sono un asset molto volatile e non tutti sono in grado di sopportare cali del portafoglio del 20%-30%.
Proprio per questo motivo, una soluzione applicabile per ridurre la volatilità del portafoglio e per aumentare la diversificazione è quella di aggiungere una quota di obbligazioni.
Ma che dire invece dei conti deposito?
Nonostante in molti li considerano alla pari delle obbligazioni, in questo articolo vedremo però che non è proprio così e che ci sono invece molte differenze tra questi due strumenti.
Ma partiamo subito con delle definizioni.
Cosa sono le obbligazioni e cosa sono i conti deposito.

Cosa sono le obbligazioni

“Le obbligazioni sono titoli di debito per chi le emette e titoli di credito per chi le acquista e garantiscono all’acquirente il rimborso del capitale (al termine del periodo prestabilito) più un interesse (la remunerazione che spetta a chi acquista obbligazioni in cambio della somma investita)”.
Lo so, sembra complicato, ma facciamo subito un esempio per essere più chiari.
Io, Lorenzo, posso aver bisogno di soldi per finanziare il mio progetto imprenditoriale. Ad esempio, aprire un chiosco a Formentera.
Per fare ciò avrò diverse opzioni a disposizione. Una di queste potrebbe essere quella di andare a chiedere dei soldi in prestito, con l’obbligo di restituirli in futuro in cambio di un interesse che sarà proporzionato alla mia capacità di essere solvente, ovvero in grado di ripagare il debito e al periodo per cui richiedo il prestito (2, 5 o 10 anni).
Poniamo il caso che io abbia aperto già diversi chioschi in Spagna, il mio brand è conosciuto in tutte le principali isole Baleari e ogni mio locale è un successo finanziario.
Puoi ben capire che chi mi presta i soldi avrà molta fiducia nella mia capacità di restituire il debito.
Viceversa, se il chiosco a Formentera fosse invece il mio primo locale, i finanziatori potrebbero fidarsi molto meno di me.
Di conseguenza, nel primo caso potrei avere il capitale a disposizione per aprire il mio locale a un tasso di interesse più basso rispetto a questa seconda ipotesi.
Ecco, immaginiamo questo esempio ma anziché essere io a chiedere soldi, ci sono Stati o aziende che hanno bisogno di capitale per portare avanti le proprie attività.
Lo Stato avrà bisogno di emettere obbligazioni per raccogliere soldi per coprire le spese che non riesce a sostenere con le entrate. Qualcosa di analogo accade con le aziende. Queste, infatti, quando hanno bisogno di soldi, possono andare dalle banche o emettere obbligazioni oppure accedere al mercato dei capitali (azioni).
Riassumendo quindi, chiunque emetta un'obbligazione non sta facendo altro che prendere in prestito soldi, impegnandosi a restituirli a una determinata scadenza e a pagare un tasso di interesse aggiuntivo, richiesto dal prestatore.

Come investire nelle obbligazioni

Così come per le azioni, quando decidiamo di investire in questo strumento, la cosa migliore è quella di non scegliere una singola obbligazione ma diversificare con più obbligazioni possibili e da più parti del mondo.
Anche in questo, quindi, ci verranno in aiuto gli ETF. Con un solo ETF sarà infatti possibile acquistare obbligazioni di diversi Stati o aziende, con diverse scadenze e di conseguenza anche con diversi rendimenti.
Come puoi ben capire, avremo quindi delle medie: un rendimento medio, una scadenza media e così via.
Un esempio può aiutarti a capire. Prendiamo questo ETF: iShares Core Global Aggregate Bond UCITS ETF EUR Hedged (Acc), che replica le obbligazioni emesse dai mercati emergenti e sviluppati di tutto il mondo. Ha un Rating Investment Grade, ovvero contiene titoli di stato con elevato rating creditizio e ha la copertura valutaria in Euro (EUR).
Come possiamo osservare, leggendo la scheda informativa del prodotto, l’ETF ha una scadenza media superiore ai 4 anni e offre un rendimento medio del 3,12%.
Questi non saranno dei dati fissi, ma cambieranno in base alle future obbligazioni che verranno inserite nel fondo. Ovviamente, se l’ETF replica un indice con obbligazioni a breve scadenza, non troveremo mai scadenze a 30 anni. Tuttavia, i valori possono fluttuare.
Ci sarebbero tante altre cose da dire sugli ETF obbligazionari, ma per ora ci soffermiamo su queste nozioni di base. Passiamo invece a vedere i conti deposito. Qui saremo molto più rapidi.
Non perderti nulla
I migliori consigli e trucchi per investire con gli ETF nella newsletter gratuita.
Iscriviti ora

Cosa sono i conti deposito

Partiamo come sempre dalla definizione da manuale: I conti deposito sono conti bancari offerti da istituti finanziari che consentono ai clienti di depositare i propri fondi per un periodo di tempo specifico a un tasso di interesse fisso o variabile. Sono strumenti di risparmio a basso rischio, ideali per chi desidera guadagnare interessi sui propri soldi senza l'esposizione a rischi di mercato. Solitamente, i conti deposito offrono tassi di interesse più elevati rispetto ai conti correnti standard, ma possono avere limitazioni riguardo alla liquidità e ai prelievi.
Esistono moltissime tipologie di conti deposito, ma in linea di massima possiamo suddividerli in: liberi e vincolati.
Se sono senza vincoli temporali, li possiamo quindi considerare al pari dei conti correnti, in quanto in qualsiasi momento possiamo andare a prendere i nostri fondi. Non avremo però carte di debito o credito e non potremo usarli per pagare.
Nel caso in cui scegliamo invece conti deposito vincolati, dobbiamo essere consapevoli che stiamo bloccando i nostri soldi e per un certo periodo di tempo non ne avremo più accesso, a parte casi specifici.
Nel caso dei conti deposito, dobbiamo anche tenere a mente che non possiamo avere un’adeguata diversificazione. A meno che tu non scelga di aprire conti con diverse banche, i fondi saranno tutti depositati in una sola. Tuttavia, in Italia esiste il fondo interbancario di tutela dei depositi, che assicura i fondi fino a 100.000 euro.

ETF obbligazionari come componente di diversificazione del portafoglio

Ora che abbiamo visto le due definizioni, capiamo perché molti investitori scelgono gli ETF obbligazionari per ridurre il rischio del proprio portafoglio.
Per comprendere questo meccanismo, è fondamentale capire un’ultima cosa sulle obbligazioni: il prezzo.
La fluttuazione del prezzo delle obbligazioni dipende dalle aspettative degli investitori sull'andamento futuro dei tassi di interesse. Gli esperti chiamano il meccanismo sottostante "rischio di tasso di interesse".
Quando compri una singola obbligazione, ad esempio un BTP italiano a 5 anni e lo porti fino a scadenza, ti verrà restituito tutto il capitale prestato più gli interessi.
Questo cambia se invece decidi di vendere le obbligazioni prima della scadenza, in quanto il prezzo di vendita sarà quello attualmente fissato dal mercato.
Il secondo caso è esattamente quello che accade con gli ETF obbligazionari. Anche qui, infatti, non avendo scadenze precise, ogni volta che vogliamo vendere il nostro ETF saremo soggetti alle fluttuazioni dei prezzi sul mercato.
Nello specifico, il prezzo delle obbligazioni dipende da come si muovono i tassi di interesse.
Per capire questo concetto, utilizziamo il caso di una sola obbligazione che si decide di vendere prima della scadenza. Il concetto è analogo per gli ETF, in quanto, come detto prima, è come se non esistesse una scadenza precisa.
Immaginiamo di acquistare un’obbligazione che rende il 2% con una scadenza a 10 anni, acquistabile a un prezzo di 100, che saranno anche i soldi che andremo a prestare.
Passano alcuni mesi e i tassi di interesse offerti dalle banche centrali aumentano. In questa situazione, le nuove obbligazioni emesse, con le stesse caratteristiche di quella acquistata da noi solo qualche mese prima, quindi a 10 anni, rendono ora il 3% e il prezzo di vendita è sempre 100.
In questa situazione, come puoi ben capire, se volessi rivendere la mia obbligazione sul mercato, riceverò meno di 100, in quanto posso ora comprare obbligazioni uguali ma a un tasso di interesse più alto. Il prezzo della mia obbligazione, quindi, scende.
Salirà invece se i nuovi tassi offerti saranno più bassi, dal momento che la mia obbligazione diventa più attraente in quanto non si trova nulla che rende così tanto tra le nuove obbligazioni emesse.
Senza entrare ancora di più nei dettagli, come regola generale possiamo tenere a mente che i tassi di interesse e i prezzi sono inversamente correlati, quindi quando sale uno, l’altro scende.
Ciò significa che se si prevede un ulteriore aumento dei tassi di interesse in futuro, la domanda di obbligazioni che hanno un rendimento più basso diminuirà. Di conseguenza, anche il prezzo del portafoglio obbligazionario dell'ETF perderà valore.
Questo effetto ha più impatto sulle obbligazioni che hanno una durata residua più alta. Viceversa, più breve è la durata residua delle obbligazioni dell'ETF, tanto minore è l'influenza delle aspettative sui tassi d'interesse.
Di seguito possiamo osservare le performance degli ultimi cinque anni. Le obbligazioni con scadenze residue brevi, comprese tra 12 e 36 mesi (la linea rossa nel nostro esempio), stanno resistendo meglio al rialzo dei tassi di interesse, mentre le obbligazioni con scadenze medie e lunghe hanno subito forti perdite.
Il vantaggio delle scadenze brevi: perdono meno quando i tassi d'interesse aumentano, quindi la loro volatilità è minore.

Fluttuazioni dei prezzi a confronto: obbligazioni con scadenze residue brevi e lunghe

Fluttuazioni dei prezzi a confronto: obbligazioni con scadenze residue brevi e lunghe
  iShares eb.rexx Government Germany 5.5-10.5yr UCITS ETF (DE)
  iShares Euro Government Bond 1-3yr UCITS ETF (Dist)
  iShares Euro Government Bond 7-10yr UCITS ETF EUR (Dist)
Fonte: ricerca di justETF; al 28.7.2023
Capito da cosa dipende l’andamento dei prezzi delle obbligazioni, possiamo ora vedere come mai vengono utilizzate per diversificare un portafoglio azionario.
La logica che sta dietro un portafoglio composto da azioni e obbligazioni è che quando gli asset più volatili, come le azioni, vengono venduti a causa di rallentamenti economici, gli asset meno volatili, come le obbligazioni, si apprezzano.
Questo si traduce nel fatto che mentre le azioni tendono a soffrire in una recessione a causa della minore crescita economica, il prezzo degli ETF obbligazionari può invece salire, dal momento che le banche, in genere, tagliano i tassi di interesse per sostenere l'economia.
Quando i tassi di interesse vengono tagliati, i rendimenti obbligazionari diminuiscono, ma i prezzi delle obbligazioni salgono, proprio come abbiamo visto prima.
Questo meccanismo si traduce nel fatto che solitamente quando il prezzo delle azioni scende, quello delle obbligazioni sale, permettendo di controbilanciare il portafoglio e riducendo la volatilità.
Questo accade sempre? Non proprio. Avremo infatti delle annate in cui questa correlazione inversa tra azioni e obbligazioni si perde. Tuttavia, nel lungo periodo questa logica è valida.

ETF obbligazionari vs Conti deposito

Dopo tutto quello che abbiamo visto fino ad ora, potrebbero esserti già chiari alcuni meccanismi che contraddistinguono i due strumenti.
  • Ad esempio, il fatto che il prezzo degli ETF obbligazionari dipende dalle aspettative sul futuro andamento dei tassi di interesse, mentre il capitale che versi in un conto deposito non sarà impattato da queste logiche.
  • O ancora, che i conti depositi sono assicurati fino a 100.000 euro. Non accade la stessa cosa con gli ETF obbligazionari. Tuttavia, con questi ultimi possiamo ridurre la volatilità del portafoglio.
In linea di massima, possiamo fare queste considerazioni:
I conti deposito senza vincoli non sono altro che dei parcheggi di liquidità, in cui ottenere un minimo rendimento rispetto a quello offerto dal conto corrente. Un ottimo strumento se si ha tanta liquidità ferma sul conto corrente che però non può essere investita perché potrebbe servire nel breve termine.
Se optiamo per fermare la nostra liquidità in un conto deposito vincolato, dobbiamo essere consapevoli che in molti casi non potremo rientrare in possesso dei fondi fino al termine del vincolo. Tuttavia, sono un modo molto semplice per ottenere dei rendimenti assicurati fino a 100.000 euro.
ETF obbligazionari:
Virando invece sugli ETF obbligazionari, i ritorni attesi non dipenderanno solo dai rendimenti delle obbligazioni, ma anche dal prezzo che potrà salire o scendere nel corso del tempo in base alle aspettative sui futuri tassi di interesse. Proprio per questo meccanismo, potresti però avere un portafoglio meno volatile e più diversificato, in quanto generalmente il prezzo delle obbligazioni si muove in maniera opposta a quello delle azioni.
In linea di massima, se si desidera che gli ETF obbligazionari costituiscano un'ancora di sicurezza nel proprio portafoglio, è opportuno concentrarsi sulle obbligazioni a breve scadenza con un rating creditizio più elevato ed escludere il rischio valutario, ossia acquistare solo titoli emessi in euro. Chi preferisce rendimenti più elevati, ma anche un rischio maggiore, può guardare alle obbligazioni a lunga scadenza o ad alto rendimento.

Quante obbligazioni avere in portafoglio?

Ovviamente, non esiste una regola precisa, dipende da che tipo di obbligazioni si vuole acquistare, dalla propensione al rischio dell’investitore e da che cos'altro si ha in portafoglio.
Fondamentalmente, gli investimenti possono essere suddivisi in due aree: in classi di attività più volatili e quindi più rischiose (come azioni) e classi di attività meno rischiose (come obbligazioni).
Le obbligazioni con elevato rating creditizio non sono quindi altro che una componente che può ridurre la volatilità e quindi il rischio che può avere il tuo portafoglio.
Ti posso dire che molti portafogli sono impostati con un 60% - 80% di azioni e con la restante parte di obbligazioni.
Oppure, un’altra regola molto teorica, che viene spesso consigliata è quella di sottrarre da 100 la propria età e il risultato ottenuto rappresenta la percentuale di azioni da avere in portafoglio, la restante parte può essere ad esempio di obbligazioni. Seguendo questa regola, la quota di quest'ultime, man mano che l'età avanza, aumenterà di conseguenza. .
Insomma, non esiste un mix perfetto, molto dipende dalla propria propensione al rischio. Per alcuni è sufficiente avere in portafoglio solo un 10% di ETF obbligazionari a basso rischio, altri si sentono invece più a proprio agio con il 50% e altri ancora investono il 70% del loro patrimonio in obbligazioni. Sta a te trovare il giusto compromesso che ti permetta di andare a dormire senza avere preoccupazioni sull'andamento del tuo portafoglio.

Confronto: rendimenti e rischi di ETF obbligazionari

Tipologia Titoli di Stato Europei * Titoli di Stato Europei * Titoli di Stato Italia *
Durata residua delle obbligazioni dell'ETF tutte le scadenze scadenze residue scadenze residue brevi
Tasso d'interesse effettivo in % 3,20% 3,53% 3,62%
TER in % 0,09% 0,15% 0,17%
Volatilità a 3 anni in % 6,73% 1,51% 2,15%
*Fonte: ISIN (es.) IE00B4WXJJ64 IE00B14X4Q57 LU1598691050
Fonte: ricerca di justETF; al 31.07.2023
Non perderti nulla
I migliori consigli e trucchi per investire con gli ETF nella newsletter gratuita.
Iscriviti ora

Risposte alle domande più frequenti

Gli ETF obbligazionari hanno senso?

In linea di principio, gli ETF obbligazionari possono avere senso come investimento, poiché aggiungendo un'ulteriore classe di attività (asset class) si diversifica maggiormente il portafoglio di ETF. Ma attenzione, anche in questo caso il diavolo si nasconde nei dettagli. Infatti, oltre all'affidabilità creditizia del debitore, è necessario considerare anche aspetti quali la durata residua e il rischio di cambio.
In linea di massima, se si desidera che gli ETF obbligazionari costituiscano un'ancora di sicurezza nel proprio portafoglio, è opportuno concentrarsi sulle obbligazioni a breve scadenza con il rating creditizio più elevato ed escludere il rischio valutario, ossia acquistare solo titoli emessi in euro. Chi preferisce rendimenti più elevati, ma anche un rischio maggiore, può guardare alle obbligazioni a lunga scadenza o ad alto rendimento. Tuttavia, questa classe di attività non è più considerata "priva di rischio" o "a basso rischio" e deve essere chiaramente aggiunta alla parte rischiosa del portafoglio.

Qual è il miglior ETF obbligazionario?

Purtroppo non possiamo dare una risposta univoca alla domanda su quale ETF obbligazionario sia il migliore. La scelta del giusto ETF obbligazionario dipende da una serie di fattori diversi e deve quindi essere attentamente valutata. Se vuoi aggiungere un ETF obbligazionario al tuo portafoglio come garanzia, la scelta migliore è quella di obbligazioni con un elevato rating creditizio.
Ad esempio, le obbligazioni emesse dal governo tedesco in euro e con una scadenza residua breve sono generalmente considerate a basso rischio e sono quindi adatte alla parte del portafoglio priva di rischio.
Inoltre, con la nostra ricerca ETF o con la nostra app justETF puoi facilmente trovare l'ETF obbligazionario migliore per te e impostare un PAC in ETF in pochi passi.

Quali obbligazioni hanno senso?

Prima di investire in obbligazioni, è necessario capire cosa sono. Nella teoria di portafoglio, le obbligazioni sono generalmente considerate meno rischiose delle azioni e sono quindi spesso allocate in un portafoglio misto insieme alle azioni.
Oltre ai titoli di Stato, esistono anche obbligazioni societarie. Entrambi i tipi di obbligazioni possono essere investimenti utili. Tuttavia, se si desidera utilizzare le obbligazioni come complemento del portafoglio per coprirlo dalle fluttuazioni del mercato azionario, è necessario concentrarsi principalmente sulle obbligazioni a breve scadenza con il rating più elevato.
Per quanto riguarda la parte del portafoglio priva di rischio, non ha senso aggiungere al portafoglio obbligazioni ad alto rendimento o con scadenze molto lunghe. Perché? Il cosiddetto rischio di tasso d'interesse è sproporzionatamente elevato per le obbligazioni a lunga scadenza, indipendentemente dal fatto che si tratti di titoli di Stato o di obbligazioni societarie.
Ciò significa che in caso di forti variazioni dei tassi di interesse è lecito attendersi forti fluttuazioni dei prezzi. Che questo rischio esista effettivamente lo si è potuto osservare sui mercati obbligazionari durante i rapidi rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali nel 2022. Per proteggersi al meglio da questo rischio di tasso d'interesse, si dovrebbe ricorrere a obbligazioni a breve scadenza.

Quale percentuale di obbligazioni in portafoglio?

Fondamentalmente, gli investimenti possono essere suddivisi in due aree: In classi di attività rischiose (come azioni o immobili) e classi di attività prive di rischio (come obbligazioni o liquidità o saldi di conto).
Tuttavia, non esiste un mix perfetto di questi due settori nel portafoglio, che spesso è composto da azioni e obbligazioni. Piuttosto, dovreste pensare da soli a quanto rischioso volete investire il vostro denaro.
Per alcuni è sufficiente un mix di ETF obbligazionari a basso rischio pari al 10%, altri si sentono più a loro agio con il 50% e altri ancora investono il 70% del loro patrimonio in obbligazioni.
 
Diventa un esperto in ETF grazie alla nostra newsletter mensile
 
Iscriviti gratis ora