Sulla carta, diventare milionari sembra un esercizio alla portata di tutti. Il problema nasce quando ci si scontra con la realtà. Scopriamo i 7 ostacoli principali per cui non siamo circondati da milionari.
Sulla carta, diventare ricchi è un’equazione elementare.
Apri un foglio Excel, inserisci 5 euro al giorno per 45 anni, aggiungi un tasso di crescita di questo capitale del 10 % annuo... ed ecco fatto: il risultato è matematico, otterrai un 1 milione e mezzo di euro.
Sembra un sistema infallibile, vero? Eppure, tra quel foglio Excel e il saldo reale del tuo conto corrente c’è di mezzo un ostacolo enorme: la realtà.
Prendendo spunto dalla finanza personale americana, si sente spesso dire: "Smetti di comprare il caffè al bar, investi quei soldi e diventerai milionario!".
Ovviamente loro parlano di Starbucks e dei suoi cappuccini da 6 dollari ciascuno. In Italia, dove un espresso è un rito che costa poco più di un euro, l’esempio fa sorridere. Ma se al posto del caffè mettiamo un pacchetto di sigarette, una colazione abbondante al bar o l’aperitivo fisso con i colleghi... ecco che la questione diventa molto simile.
La promessa alla base di questo ragionamento è semplice: basta un piccolo sacrificioquotidiano per sfruttare la leva dell’interesse composto per garantirsi un futuro da ricchi.
Ma se quindi è davvero così semplice... perché guardandoci intorno non siamo circondati da milionari?
La verità è che la vita vera è molto più complessa di un file Excel.
In questo articolo, dati alla mano, ti voglio spiegare i 7 motivi per cui questa teoria spesso fallisce quando si scontra con la realtà.
Che cosa è l’interesse composto
Partiamo però dalla teoria, perché è fondamentale capire il potenziale che hai tra le mani.
Quando parliamo di interesse composto, il meccanismo alla base è che se investi 100 € con un rendimento del 10 %, l’anno dopo hai 110 €.
L’anno successivo, quel 10 % si applica su 110 €, non più su 100 €, portandoti a 121 €... e così via. In pratica: i soldi generano altri soldi.
Tornando all’esempio dei nostri vizi quotidiani, caffè, sigarette o aperitivi, il calcolo ci dice che risparmiando 5 € al giorno (quindi circa 150 € al mese) per 45 anni al 10 % annuo, otterresti 1,5 milioni di euro.
Crescita interesse composto
Fonte: justETF
Sulla carta questo ragionamento funziona. Ma quando portiamo questo modello nella tua vita di tutti i giorni, incontriamo però degli ostacoli enormi.
Ostacolo 1 - L’orizzonte temporale
Il primo fattore critico è l’orizzonte temporale. L’esempio del milionario funziona solo se la “palla di neve” dell’interesse composto inizia a rotolare appena diventi maggiorenne, a 18 o 20 anni.
Ma il percorso lavorativo in Italia lo conosciamo bene: tra università, stage e primi contratti precari, probabilmente inizi ad avere una capacità di risparmio stabile solo verso i 30 o 35 anni. Sembra una differenza da poco, ma in matematica 10 anni sono un’eternità.
E questo te lo faccio capire con un esempio: investendo 300 € al mese (il doppio dell’esempio del caffè!) al 7 % annuo, un rendimento storico realistico per un ETF globale, in 45 anni ottieni 1,1 milioni di euro.
Rendimento in 45 anni al 7 %
Fonte: justETF
Ma se il tempo a tua disposizione scende a 35 anni... il capitale crolla a 540.000 euro.
Rendimento in 35 anni al 7 %
Fonte: justETF
Hai perso “solo” il 22 % del tempo, ma hai bruciato il 50 % del risultato finale. Il tempo in questo caso non è denaro ma è il moltiplicatore del denaro stesso.
Se, quindi come abbiamo visto, non hai 45 anni davanti a te, devi compensare mettendo più soldi. La matematica non fa sconti.
Per raggiungere quel famoso milione in 30 anni, i 5 euro dell’aperitivo e quindi i 150 euro al mese non bastano. Dovresti investire 933 € al mese.
Investimento necessario per 1 milione in 30 anni al 7 %
Fonte: justETF
Considerando che lo stipendio medio netto in Italia oscilla tra i 1.500 e i 1.700 euro, accantonare quasi mille euro al mese significa vivere risparmiando il 60 % dello stipendio e per la maggior parte delle persone, questa è pura utopia.
Ostacolo 2 - Asset allocation e paura del rischio
Il secondo ostacolo riguarda l’asset allocation e la paura del rischio.
Quando ci affidiamo ai calcolatori per fare le stime, come questo che sto usando adesso, spesso inseriamo rendimenti del 10 % o del 7 %. Ma come investiamo però davvero i nostri soldi?
Noi italiani, lo sappiamo bene, siamo un popolo di risparmiatori, lasciamo tantissima liquidità sul conto corrente o scegliamo prodotti garantiti che rendono l’1 % o il 2 %.
Attenzione, non che questo sia in assoluto sbagliato, ma la differenza sul lungo periodo è importante. In altre parole possiamo dire che il rendimento è la ricompensa per il rischio che ti assumi. Se cerchi la sicurezza assoluta, quindi rendimenti dell’1-2 %, purtroppo stai rinunciando alla crescita.
Ostacolo 3 - I costi
Se investi tramite la banca tradizionale, è probabile che il tuo portafoglio sia pieno di fondi attivi con costi dell’1,5 % o 2 %, a cui spesso si sommano costi d’ingresso e magari anche di uscita.
Un ETF globale ben diversificato invece ha un costo medio, che puoi leggere nella sigla TER dello 0,2 % annuo.
Quell’1,5 % di differenza sembra poco, ma è come se fosse un freno a mano tirato per decenni e alla fine del tuo viaggio, ti sarà costato 300.000 euro di mancati guadagni.
Scegliere quindi un ETF a basso costo non è solo risparmio è la decisione più importante che puoi prendere per il tuo futuro.
Ostacolo 4 - L’inflazione
Il quarto fattore, riguarda il nemico invisibile, ovvero l’inflazione.
Devi distinguere tra valore “nominale” (il numero che leggi) e valore “reale” e quindi cosa ci compri con quei soldi.
Sappiamo che la BCE, e quindi la banca centrale europea, punta ad avere un’inflazione del 2 % annuo.
Se il tuo piano ti proietta a 1 milione tra 40 anni, non immaginarti però di avere lo stile di vita di un milionario di oggi. In termini di potere d’acquisto reale, quel milione varrà circa 466.000 € attuali. Se a questi poi aggiungiamo pensione e TFR magari sarai sicuramente benestante, certo, ma non ricco sfondato.
È vero, anche il tuo reddito nel tempo dovrebbe aumentare per seguire l’inflazione, permettendoti di risparmiare cifre più alte in assoluto, ma tieni sempre a mente che i soldi futuri valgono meno di quelli di oggi.
Ostacolo 5 - La trappola della noia
Il nostro cervello fatica a capire la crescita esponenziale. L’interesse composto è infatti lento e noioso per i primi decenni.
Immagina di investire per 45 anni. A metà strada, dopo ben 23 anni di rinunce, avrai accumulato meno di un quinto del totale. Ed è proprio qui che molti mollano, delusi.
La curva infatti esplode solo alla fine. Con un rendimento del 7 %, circa la metà del tuo intero patrimonio si genera solo negli ultimi 10 anni.
Perché succede? Facciamo un esempio numerico semplicissimo.
Immagina di avere 10.000 € investiti. Un ottimo 10 % di rendimento ti dà 1.000 €. Bello, ma non ti cambia la vita.
Dopo 30 anni, quel capitale è diventato 500.000 €. Lo stesso 10 %, adesso, ti genera 50.000 € in un solo anno.
La percentuale è la stessa, ma la base di calcolo è diventata molto maggiore.
Ostacolo 6 - La volatilità della vita
La teoria assume che tu sia un robot. La vita reale porta imprevisti: figli, casa, lavoro. Interrompere il PAC anche solo per 3 anni ti può costare oltre 100.000 €.
Ma il rischio peggiore è un altro: dover vendere nel momento sbagliato.
Immagina che i mercati crollino del 20 % proprio quando ti servono soldi urgenti per un imprevisto. Se sei costretto a vendere in quel momento, rendi definitiva una perdita che fino a un attimo prima era solo sulla carta.
Cristallizzi quindi la perdita e quei soldi non saranno lì quando il mercato tornerà a salire.
Ostacolo 7 - Il fisco
Lo Stato è il tuo “socio occulto”: si prende il 26 % sui guadagni azionari e il 12,5 % su quelli obbligazionari.
In pratica, ogni volta che vendi o incassi un dividendo, quei soldi escono dal tuo portafoglio e la loro crescita si ferma lì.
Al contrario, con un ETF ad accumulazione che tieni per anni, sfrutti un vantaggio enorme: le tasse le paghi solo alla fine. Nel frattempo, quel capitale che dovresti allo Stato resta investito e continua a generare nuovi interessi.
Concludendo: rinunciare all’aperitivo è inutile?
Assolutamente no.
Questo articolo non serve a scoraggiarti, ma a darti aspettative realistiche. Diventare milionari richiede un allineamento perfetto di tempo, risparmi alti e mercati favorevoli.
Tuttavia, fare queste stime è fondamentale per tre motivi:
Primo, per la consapevolezza: capire che iniziare tardi costa caro e ti spinge ad agire oggi. È vero, investire comporta il rischio di perdere soldi. Ma non investire ti dà una certezza peggiore, ovvero quella di perderli di sicuro, mangiati giorno dopo giorno dall’inflazione.
Secondo punto: anche se non arrivi al milione, arrivare alla pensione con 300.000 € reali ti salva la vita rispetto ad arrivarci con zero.
Terzo, per la flessibilità: avere un piano ti permette di correggere il tiro strada facendo.
Iniziare oggi un Piano di Accumulo con strumenti efficienti come gli ETF resta uno dei pochi modi matematici per difendere i tuoi risparmi e costruirti un futuro libero finanziariamente.
Meglio arrivare alla fine con un capitale solido, piuttosto che con il rimpianto di non aver mai iniziato.
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